Nei cassetti negli armadi, negli scaffali.
Li tenevi ovunque mamma.
Libri, giornali, opuscoli e non immaginavo quanti. Quasi sempre di carattere religioso, la tua fede aveva bisogno di memoria.
Le vite dei santi, le storie dei papi, gli eventi della chiesa.
Le riviste di ricamo, di uncinetto. Quanto cose belle hai realizzato mamma! I nostri vestitini, lo scialle nero di lana, quello chiaro con lunghe frange. E quello bianco con i fili d’argento.
Il maglione di lana verde traforato come una ragnatela e tu volevi farlo più bello che mai.
Quando anche il babbo se ne è andato, con Francesca siamo entrate nel tuo mondo, abbiamo preso in mano tutto quello che avevi conservato, sfogliato le riviste, all’interno c’era sempre uno schizzo, un appunto, un ritaglio.
Mille pagine, immagini di dipinti famosi, di sculture e migliaia di santini, quelli che un tempo si distribuivano tra i fedeli. Il volto di un Cristo dai lunghi capelli, un crocefisso, il Sacro Cuore e le Madonne splendide del Sassoferrato.
Palazzi, basiliche, monumenti, un viaggio nella storia dell’arte che tu facevi, inconsapevolmente, per il trionfo dell’armonia, grande era il tuo desiderio di bellezza, la sete di cultura. Una linfa che mi hai trasmesso ed io non ti ho mai ringraziato. Anche il profilo di un orsacchiotto, i colori di un uccellino, i petali di un fiore, le ali di una farfalla, mamma non siamo che farfalle nell’universo, erano protagonisti dei tuoi ricordi. Lettere, appunti, pensieri, sapevi amare mamma, ed eri così brava a scrivere, così bella la tua calligrafia ammanierata. Fogli bagnati di lacrime quando ti sentivi sola, perdona il mio silenzio mamma, o non approvavi alcune scelte della mia vita. Altro non avrei potuto fare. Nelle ultime ore ho stretto forte la tua mano bianca, accarezzato il tuo respiro. Ero di nuovo figlia.
29 marzo 2021