Guidate da Adrien Meyer, Jussi Pylkkänen e Tash Perrin, con oltre un milione e seicentomila spettatori sulle piattaforme globali e bidders da 19 Paesi, l’11 maggio hanno preso il via le vendite di Christie’s 20th and 21st Century a New York coi “Masterpieces from the S.I. Newhouse Collection”. La collezione del già patron di Condé Nast ha raggiunto un totale di $ 177.792.000, vendendo il 100% per lotto e il 105,6% per bassa. E’ seguita la “20th Century Evening Sale”, per un totale di $ 328.779.600, venduta per l’81,5%( non “eccezionale” il tasso di “sold”: che la correzione del Mercato dell’Arte da lungo atteso inizi a farsi vedere?) per lotto e il 108,6% per stima bassa.
Complessivamente, la serata ha visto numerosi capolavori di Picasso (24 milioni pagati per “L’Arlésienne” del 1937 e 42 milioni per un ritratto della sua Musa Marie Thérèse Walter del 1932), Rousseau (43 milioni per il suo iconicissimo lotto “Les flamants” del 1910), Bacon (34 milioni per un suo autoritratto), de Kooning (“Oreste”, del 1947, ha realizzato quasi 31 milioni) e Ruscha (22 milioni per il suo “Burning gas station” del 1966-69) registrare eccellenti risultati. La prima notte della settimana di vendita di Christie’s 20th and 21st Century ha così portato un totale di $ 506.571.600 con sei aste ancora da fare la settimana successiva.
“Avendo venduto otto delle prime dieci collezioni mai arrivate sul mercato, comprese quelle di Paul G. Allen e Si Newhouse, noi di Christie’s siamo orgogliosi di essere la casa delle grandi collezioni”, ha affermato Alex Rotter, presidente delle vendite del 20° e 21° secolo.
Assolo, invece, di Basquiat nei giorni a seguire. La mini Asta newyorkese di Christie’s del 16 Maggio di Evening Sale di Opere del 21mo Secolo ha sfiorato i 100 milioni di incasso su 26 lotti (di cui 5 garantiti: più in generale, negli ultimi anni il numero dei lotti garantiti, essenzialmente da terze parti, era stato maggiore e anche questo potrebbe essere un indizio di indebolimento del Mercato) grazie ai 67 milioni spesi da Larry Gagosian per il capolavoro del Grande Maestro del graffitismo appartenuto a Valentino “El gran espectaculo” del 1983. Nuovo record per El Anatsui ben oltre i 2 milioni e, per restare in tema Afro, sempre ottimo Ernie Barnes, in grado di “ottuplicare” le stime sia in quest’asta che in quella corrispondente di Day Sale di Post War & Contemporary da più di 80 milioni di incasso complessivo (con ottime prestazioni multimilionarie, ormai consuete, di “female artists” come Joan Mitchell e la Elen Frankenthaler) a oltre mezzo milione. Male invece l’Asta del 17 Maggio della Collezione di Gerald Fineberg, 10 milioni di incasso sotto la stima minima di pre-sale di 163 milioni pur considerando le commissioni e con molti prezzi di riserva abbassati all’ultimo momento che hanno consentito un tasso di venduto accettabile (91%). Fra i top lots da segnalare quasi milioni di aggiudicazione di “A fantastic sunset” di Alma Thomas del 1970 e un importante “Untitled” di Christopher Wool del 1993 battuto a 8,3 milioni senza le commissioni a fronte, però, di una stima doppia.
New York è come sempre a Maggio il centro degli affari dell’Arte: oltre a Freize New York, in cui i dealers hanno riscontrato un Mercato tuttora solido, c’erano anche le aste delle altre due “big” del settore, cioè Phillips e Sotheby’s
Non disprezzabili, a metà fra le stime pre-sale minime e massime anche noi suoi top lots della serata, i 70 milioni d’incasso per l’Evening sale per la terza Casa d’aste del Mondo (Phillips fa parte del gruppo del Lusso russo Mercury) e buono il tasso di vendita attorno al 90 (conseguito anche “grazie” ad alcuni ‘ritiri strategici’ dell’ultimo momento). Protagonista della serata è stato Banksy (Banksquiat. Boy and Dog in Stop and Search), che ha sfiorato i 10 milioni. Quasi 8 milioni sono invece stati pagati per un Picasso del 1953 (Testa di donna con chignon). Immaginiamo che ci sia stata una “soddisfazione non entusiastica” da Phillips per quest’asta battuta da Henry Highley il cui 80% dei lotti non era mai transitato sul Mercato prima: se non consideriamo, infatti, le commissioni di vendita, solo cinque lotti sono stati aggiudicati al di sopra della loro bassa stima sui 37 lotti totali.
Incassati (oltre a 38 milioni per una Bibbia ebraica rarissima proposta in un’asta parallela di libri antichi) sotto la guida di Olver Baker 123 milioni, invece, da Sotheby’s New York il 16 Maggio per la Mo Ostin Collection Evenig Action, di cui 43 milioni e 19 milioni grazie a Magritte, rispettivamente per “l’Empire des Lumiéres” e “Le domain d’Antheim”. 11 milioni per Basquiat e 12 per Twombly e questa mini asta chiude con serenità ma senza grosso ardore. Più corposo il risultato dell’Evening Sale di Modern con 303 milioni di incasso. Fra i top lots i 53 milioni per il Klimt (Island in the Attersee), 23 per il Van Gogh (Jardin davant le Mas Debray) e quasi 30 per la scultura “Femme Leoni” di Giacometti. ‘Ibridata’ di un po’ di “antico maestro”, con 26 milioni pagati per un “Uomo nella figura di Marte” di Rubens, l’asta ha visto un andamento nella norma per Picasso ma non altrettanto per i 2 invenduti di Georgia o’Keeffe. Nella Contemporary Evening Auction seguita dalla The Now auction del 18 Maggio (rispettivamente capaci di incassare 167 e 37 milioni) i protagonisti sono stati, nella sessione principale certamente Louise Bourgeois con un suo grande “Ragno” da oltre 32 milioni, Wayne Thibaud con “Candy Counter” (15 milioni) e Jean-Michel Basquiat con “Now’s the time” (28 milioni), oltre che Karry James Marshal nella sessione minore con quasi 6 milioni per un suo “Untitled”.
Paolo Turati