Entrambe le scelte lavorative hanno punti di forza e punti di debolezza, ma non è questo sicuramente il problema quanto la predisposizione naturale a prediligere più uno o l’altro. Esistono fattori emotivi, caratteriali, intellettivi che predispongono la persona a ricercare la “sicurezza” di un posto fisso scandito da orari stabiliti con scarsa libertà di azione oppure preferire la libertà di azione, ma con maggiori rischi in generale.
Non basta quando la persona definisce il proprio lavoro come una “galera” per dire che non è portata per un lavoro fisso e dall’altra parte dire “mi sento solo, ho tutto sulle mie spalle” non significa che la persona non sia portata per la libera professione.
Per poter scegliere è importante indagare su tutte le componenti attitudinali, intellettive, emotive che possono concretamente supportare a lungo termine entrambe le strade.
Ad esempio quando ci troviamo davanti una grafia un po’ rigida, ordinata, lenta, come quella in basso, parliamo di una persona che si trova in linea con regole e norme, che tende a sentirsi meglio in contesti dove riceve istruzioni, compiti, direttive e per tale regolarità anche la parte economica, sempre la medesima, dà al soggetto un senso di sicurezza.
Dall’altra parte scritture rapide e poco legate all’estetica e alla forma denotano persone poco propense alle regole in quanto sentirebbero subito un senso di soffocamento davanti alle costrizioni giornaliere. La scrittura proposta di seguito a differenza della precedente ci parla autonomia e libertà d’azione nel quotidiano.