Non e’ mia abitudine definire un posto “ il paradiso”.
Per me il cosiddetto paradiso e’ un luogo dentro di noi, non facile da raggiungere, il più delle volte impossibile.
Un percorso sempre difficile, una corsa agli ostacoli, si inciampa e si cade e ci si rialza, un po’ ‘ malconci.
Sicuramente certi posti aiutano la mente e l’anima a rilassarsi. E per me questo posto è Koh Mak, l’isola nel golfo di Siam, in Thailandia, dove da più di 10 anni veniamo.
E’ la nostra “casa al mare”, i bagagli della mente sono più leggeri, i pensieri si asciugano al sole, le “creme solari dell’anima” proteggono dai raggi sempre in agguato. La voce del mare intona un canto, gli spiriti danzano.
La clessidra del tempo sembra rallentare.
Ci svegliamo al mattino presto quando l’alba dipinge il cielo e il mare, facciamo lunghe passeggiate nel caldo umido della foresta, ascoltiamo il silenzio e i nostri passi.
Per fortuna non è stata rovinata da costruzioni sfacciate e dal traffico, le auto non possono venire, non c’è la musica, le palme sembrano creare una barriera contro un turismo sfacciato.
Quando il mare è calmo i pesci volanti si inventano delle danze, quando c’è la mareggiata e il vento scuote le palme i miei pensieri giocano con le onde come esperti surfisti. Al tramonto il cielo e il mare si riposano prima di calare un sipario rassicurante: lo spettacolo riprende dopo la pausa notturna
Mariarosa Genitrini