La Festa di Mesochori

7-8-9 settembre ‘21.

Tre giorni di festa grande, la più importante dell’isola e non solo, a Mesochori, un paese non lontano da Lefkos.

Soprattutto ieri, ricorrenza religiosa della nascita della Madonna. 15 minuti con il bus, 4 km a piedi e arriviamo al villaggio, chiuso fra imponenti pareti rocciose e “guardato a vista” dal mar Egeo. Già a due km la strada è un parcheggio per le auto.

Ma sono le auto dei greci, non solo abitanti di Karpathos e di Kassos, ma anche di chi vive in America e quando può torna in questa occasione, a incontrare i parenti, gli amici, il proprio paesello.

C’è aria di festa paesana d’altri tempi, Bhola ed io siamo gli unici turisti. Non ci sono negozi, solo persone felici di ritrovarsi.

Tutti vestiti a festa: le ragazze e le signore mostrano orgogliose seni abbondanti e fianchi molto generosi, stretti in tubini luccicanti e traballanti sui tacchi 12. Mi complimento con una ragazza per il suo vestito, sorridente mi dice che è “un Dolce e Gabbana italiano”.

La chiesa di Panaya Vrysiani, costruita nel 1935 sopra la sorgente di acqua miracolosa è lì centro del paese e della festa. Terminata la messa, in grandi cesti c’è il pane benedetto, un giovane pope da la benedizione ai fedeli.

E poi tutti in un salone immenso dove gratuitamente offrono il cibo. E fra improbabile Dolce e Gabbana una signora è una ragazza nei bellissimi abiti tradizionali. Per i colori e i ricami ricordano gli abiti di un’etnia del Ladakh, i Dard Aryan il ”popolo dei fiori”. Una cascata di monete d’oro riflette il bel volto della ragazza. È un abito di famiglia che si tramandano di madre in figlia.

In tanti vengono a salutarci, le signore mi abbracciano, si sente l’accento americano esibito con soddisfazione insieme al vestito. E dopo il pranzo la musica e i canti, le voci già un po’ alterate dall’alcool: anche il mar Egeo, con le onde, sembra partecipare al coro.

Camminiamo fra i vicoli stretti, sono poche le case tradizionali rimaste, ovunque orti e giardini ben curati. Quando riprendiamo la strada del ritorno abbiamo la sensazione di essere stati partecipi, anche per poco (tutta notte ci sono le danze) ad un momento autentico, all’ospitalità autentica di questa splendida isola di Karpathos.

Mariarosa Genitrini

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