La parola

La parola e la sua forza.

Con l’avvento dei social tutti possono dire la loro attraverso la parola che loda, informa, offende, minaccia, ingiuria. La parola dei media, la parola scritta e quella verbale, i talks show, i reality, un mare di parole ci travolge. La parola che racconta, nega, enfatizza. “Le parole che non ti ho detto”, quelle che vorremmo sentirci dire, le parole affidate al mare in una bottiglia e il loro incerto destino.

Le parole che invitano ad acquistare un prodotto, gli slogan che colpiscono. Il potere taumaturgico delle parole come medicamento, quelle dell’addio ad un amore, ad una persona che parte, quelle dell’ultimo respiro. Le parole che deformano, inventano i fatti, che persuadono.

La parola che etichetta e nasconde in sé un giudizio negativo: i meridionali, i neri, gli ebrei per una soluzione finale. Le parole tabù e la morale che cambia, le parole dei regimi e il controllo della parola, la parola che sottolinea una immagine, l’analisi della parola in un processo psicoterapeutico. La parola che convince, la parola che incanta, che suscita paura. La parola della scienza, quella dei politici, la parola che seduce e fa innamorare.

La parola vessatoria. “In principio era il verbo” dal libro della Genesi, le parole della filosofia: “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”, le parole di una lettera, di una preghiera: Ave o Maria, “io vi prego in ginocchio”, l’esortazione di Paolo VI ai rapitori di Aldo Moro.

Il senso delle parole che cambiano di significato: se urlo ti amo, se lo dico in fretta o lo ripeto strascicando. Dire io ci sono, anche da lontano, ci scalda il cuore. La parola della poesia “scavata nella mia vita come un abisso”, metafora di un sentire che ha il sapore del sublime.

11 aprile 2021

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