Sin da piccoli ci hanno insegnato a pregare e noi, spesso, senza neppure essere consapevoli di ciò che recitavamo, lo abbiamo fatto. Ma cosa significa pregare? Ancora una volta andiamo a leggerne la definizione canonica: “testo, parola o pensiero mediante cui il devoto si rivolge alla divinità”. Potremmo quindi dire che si tratta di una formula improvvisata o tratta dai vangeli o da altri testi sacri da recitare pensando a Dio.
El Meskin Di Mattia: “E’ certo che se gli uomini sapessero quanto splendore ed elevazione sono racchiusi negli alti gradi della preghiera e come essi attirano grazia e benedizione, non esiterebbero un istante a cominciare a praticarli”.
Quando si recita una preghiera, bisognerebbe dare un senso alle parole e questo senso lo dà la motivazione personale per la quale preghiamo. Se si recita una preghiera scendendo nel profondo dell’anima possiamo entrare veramente in contatto con Dio. Dio del quale ne siamo una parte concreta “fatta uomo”. Mentre si prega si dovrebbe mettere a tacere la mente affinché il cuore possa finalmente aver voce in capitolo e nel silenzio interiore dare voce al proprio sentimento per Dio e alle richieste di aiuto o di gratitudine per l’aiuto ricevuto.
Ogni forma di religione contiene delle preghiere. In quella ebraica ad esempio essa non è mai separata dalla vita quotidiana e quindi dai problemi concreti dell’ uomo.
Nella cultura islamica è vista come un “comando” che regola la vita, quasi una “sottomissione” a Dio. Sono termini che possono indurre fastidio per questa religione ma è vissuta dai devoti, non estremisti, come una forma di massimo rispetto per Dio.
Nel buddismo è vissuta tramite la meditazione che aiuta a privare colui che medita, dal senso del desiderio materiale che spesso lo porta a soffrire se esso non si realizza. Quindi la meditazione lo aiuta a “curarsi” dai sentimenti legati alla materialità a cui l’uomo è umanamente legato nel momento in cui si reincarna.
La teologa Lidia Maggi così fa riflettere nel suo volumetto “Preghiera” (Emi, 2006): «La preghiera, di cui parla la Scrittura, più che come pratica religiosa, si presenta come respiro dell’anima, momento in cui attingere quell’aria indispensabile per vivere. Senza la relazione con Dio siamo solo polvere. Nella preghiera le narici respirano l’alito divino ricevuto con la creazione, accolgono lo spirito di vita». Quando preghiamo formuliamo una richiesta d’aiuto, facciamo “respirare l’anima” ed il cuore ricongiungendoci così a Dio. O comunque ci congiungiamo a quel qualcosa che sentiamo intimamente che ci ha creati e al quale torneremo. Sono state scritte innumerevoli preghiere ed io ho scelto di condividere con voi una cristiana e una buddista.
Invocazione agli Arcangeli della luce
Che le forze di Luce portino illuminazione ai figli degli uomini.
Che lo Spirito di Pace si effonda ovunque
Che gli esseri umani si riuniscano in spirito di collaborazione.
Che tutti sappiano perdonarsi a vicenda.
Che l’Opera dei Grandi Esse
Sia coronata da successo.
Così sia e aiutateci a fare la nostra parte.
(Alice bailey)
Preghiera buddhista per la pace
Che tutti gli esseri ovunque afflitti dalle
sofferenze del corpo e della mente
siano subito liberati dalle loro malattie.
Che le creature spaventate smettano
d’avere paura, che quelle in catene tornino libere.
Che quelle prive di potere lo trovino
e che la gente pensi ad aiutarsi a vicenda.
Che le creature smarrite in deserti
impervi e spaventosi, bambini, anziani, indifesi,
siano protette dai caritatevoli spiriti celesti
e che presto raggiungano la Buddhità.
Lucrezia Zancanaro