L’ultimo millennio si è concluso con l’Ecologia come tema centrale su cui confrontarsi per il pianeta e per la sua sopravvivenza.
Con la vittoria delle forze che guardano ai cambiamenti, una spinta verso l’idea che una nuova civiltà debba nascere, si sta formando. Sempre di più.
Le grandi aree scientifiche e filosofiche hanno dato il loro contributo per un cambiamento della vita sulla Terra, con la speranza che non sia vano.
La scienza, in generale, ha portato in evidenza le preoccupazioni che guardano ad un pianeta più pulito e vivibile per tutte le razze e tutte le specie viventi.
La fisica quantistica e le scienze dell’Anima confidano in un “salto quantico”, in una presa di consapevolezza nuova, maggiore. Popoli che potrebbero fare la differenza, rispetto ai governi, nel prendere atto che la Madre Terra ha una sua Spiritualità, che ha una propria Anima, che respira e vive come realtà Superiore, in quanto, di fatto, eterna e creata da Dio.
Le grandi filosofie che si affacciano già nei primi del ‘900, traggono spunto proprio dalla necessità di coniugare, e in assoluta armonia, lo sviluppo industriale, il benessere, con l’uomo e la natura. Un matrimonio, questo, che viene sostenuto a gran voce dall’Antroposofia (Steiner), dall’Ecosofia (Panikkar), dagli ecologisti e dai naturalisti.
Le urgenze che si pongono sono legate sia alla sovrappopolazione che all’inquinamento incontrollato con le relative note conseguenze.
L’idea che il pianeta possa reggere ai pericolosi cambiamenti climatici, in parte processati dall’uomo che contribuisce al riscaldamento della crosta terrestre, ed allo sviluppo delle gradite ma quasi sempre inquinanti “comodità”, è da escludere. I grandi settori che supportano il “benessere”, le industrie, le fabbriche, i milioni di veicoli, gli aerei, le navi non sono in grado di contenere un’economia che mira sempre più in alto (e senza eccessivi scrupoli) e che non tiene conto della pericolosità di un comportamento scellerato e senza limiti. Indifferente alla sofferenza del pianeta. In più le terre vengono ancor più abbandonate e le ricchezze si concentrano nelle metropoli.
I quartieri della finanza e il perno dell’economia si trasferisce nel centro delle città… e così le terre si dimenticano dei loro abitanti. Tutto gravita attorno ad un mondo frenetico che porta, brucia e consuma denaro.
E la natura? E la terra? E i mari? Una corsa folle verso una ricchezza sognata non appaga. Facili guadagni per pochissimi e facili crolli di imperi economici sostenuti da friabili stampelle. L’altra faccia della medaglia, la ricchezza che si contrappone alla crescente povertà. I Servizi si concentrano là dove, appunto, ricchezza e povertà convivono ignorandosi. In pochi curano la terra e ne comprendono scarsamente il valore e la spiritualità che emana.
Il pensiero di Panikkar guarda alla “frantumazione” della società, a quella descritta, con un occhio molto amorevole ma severo. La tecnologia e lo sviluppo della comunicazione potrebbero consentire di riportare in parte la gente a vivere una nuova era in una dimensione più spirituale. Riportare gran parte della vita nelle campagne, riprendere il contatto con la natura, ricominciare una vita “rurale”, ma senza trascurare e senza dimenticare le nuove tecnologie, la comunicazione cibernetica.
Si tratta di andare oltre l’Ecologia, una volta ripristinato uno stato ottimale, una condizione salutare della Terra e una volta ripulita.
L’Ecosofia, così, integra gli aspetti più fortemente spirituali con le nuove opportunità che la stessa natura per mano dell’uomo offre.
Tuttavia: “occorre muovere un critica forte alla scienza spesso asservita al potere affinché ascolti e sostenga le esigenze del pianeta che soffre”. L’Amore per la Madre Terra significa l’amore per Dio, e con questo anche l’amore per il Cosmo, il Creato.
Argomenti forti, che sottolineano una visione sempre più attuale. L’animismo di Panikkar pone l’accento sull’esperienza della vita in continuità con la natura. Ogni parte di noi –sostiene-, ogni cellula è parte di un Uno. Tutto è vivo. Ogni essere vivente, ogni elemento anche immobile è vivo: le montagne, le rocce.
Tutto fa parte di ciò che è stato creato. Chi può negare che la terra e l’acqua non siano vive se danno origine agli esseri animati? Non c’è discontinuità tra tutto quello che percepiamo come vivo con quello che non appare tale. Dio è l’Uno. L’Uno è il Creato.
Vivere il presente, guardando al futuro ma recuperando il legame con le tradizioni del passato. La terra, la natura come elementi per ritrovare la propria spiritualità.
Dott. Michele Guandalini