L’importanza del “Bello”

Essere circondati da bellezza è vitale. Bisogna dare importanza concreta e fondamentale alla ricerca, percezione e fruizione del “bello”.

Se noi conoscessimo in profondità l’importanza già solo della parola “Bello” così come io in maniera ironica pubblico nei miei video, scherzandoci su anche con il mio volto e la mia persona, saremmo tutti più sereni e apriremmo la porta a frequenze praniche molto più positive e predisponenti alla percezione di bellezza e pace piuttosto che se non lo facessimo.

Quindi ogni persona, brutta o bella che sia nei lineamenti o nelle fattezze, come potrei essere anche io per esempio nell’ideale di tante persone (perché non dimentichiamoci che parte della bellezza e per come noi la percepiamo e pertanto è soggettiva), può trasmettere un pensiero di bellezza, un elemento mentale che si materializza nella nostra percezione oggettiva e fa cambiare il nostro modo di vivere l’attimo, si acquisisce una modalità di trarre bellezza e dare bellezza a tutto ciò che siamo e a tutto ciò che ci circonda.

E’ da considerare molto importante anche il modo di come si affronti una situazione o una estetica realmente brutta per i più, perché l’interpretazione e la rappresentazione che ognuno di noi da del bello di se o di ciò che vuol vedere o ricercare è molto incidente su se stessi e sugli altri. Una persona simpatica, per esempio, ma esteticamente non rispondente ai canonici gusti, laddove si manifestasse in maniera gradevole e positiva, riscontrerebbe sicuramente quel successo intrinseco di bellezza che magari altri non hanno.

Così come, ad esempio, riscontro positivo potrebbero non avere anche ambienti che appaiono pur architettonicamente o naturalmente perfetti.

Di fianco alla bellezza è importante percepire quel senso di contenuto che la bellezza ci può dare: gioia, pace, equilibrio, purezza, pulizia, sono elementi che si abbinano al bello perché se non c’é di fianco alla bellezza la giusta frequenza per farci entrare in sintonia con essa non abbiamo raggiunto lo scopo che la stessa percezione e ideale di bellezza deve contenere: il benessere.

La “Bellezza” pertanto è esteriore ma anche intrinseca, riporta i canoni dello Yin e dello Yang , è come l’uomo e la donna, l’incastro perfetto per far nascere ciò che poi desideriamo, che percepiamo, rielaboriamo secondo i nostri canoni,  ed ecco perché quel che può essere bellissimo per me per altri può non suscitare lo stesso apprezzamento, la stessa emozione e viceversa.

Dobbiamo poi sforzarci non solo a ricercare bellezza ma a dare bellezza a tutto e tutti, ed essere noi stessi bellezza: nei gesti, nel fare, nel pensare, nel costruire noi stessi e il nostro futuro in mezzo agli altri, perché dobbiamo sempre ricercare uno scambio di bellezza, conquistarlo giorno per giorno parlandoci di bellezza ed educandoci alla bellezza.

La bellezza pertanto è trasmissione e non è staticità, è azione e non è passività né rigidità; “io sono bello” io dico, lo dico, lo affermo, lo pratico, lo divulgo, lo esercito, lo dimostro e pertanto lo richiedo in scambio e in ritorno dagli altri, lo ricevo, lo promuovo, lo riconosco, lo apprezzo e lo gratifico. 

Questo modo di fare e di pensare diventa scuola per me e per gli altri, diventa uno stile di vita, un convincimento che genera sempre bellezza e non si rinchiude nella cassaforte del nostro essere ma fluisce all’esterno di noi, coinvolge, si alimenta delle sensazioni degli altri, dei sorrisi, dei complimenti, degli scambi naturali e spontanei che poi ne scaturiscono e di cui si alimentano i rapporti, dell’ironia, degli errori che si semplificano e si risolvono, si ammettono e si condividono.

Bellezza diventa pertanto quel che deve e poi anche quel che deve “Essere”. La Bellezza è Essere ed Essere è Bellezza. Se si accetta questa semplicissima equazione e la facciamo nostra nella pratica e nel pensiero quotidiano alziamo le frequenze energetiche e miglioriamo automaticamente per simpatia il pensiero che diventa così, poi, cosa molto più semplice da praticare e farci vivere in un modo migliore; così come snellirci dagli orpelli di una vita complicata e sempre più spesso presa troppo sul serio che ci comporta pesi e appesantimenti, addirittura disagi che possono tramutarsi nel tempo in malattie.

Bisogna dare bellezza perché se si da bellezza non si avvicinano situazioni brutte o contrarie e qualora queste si presentassero, esse si trasformerebbero in bellezza o si allontanerebbero. Bello attrae bello, come la luce riempie i vuoti e il buio.

La bellezza trasforma e rigenera. E non bisogna aver paura di apparire belli perché essa crea uno scudo intorno a chi la pratica o all’oggetto che la manifesta; essa da protezione, si auto-protegge, si e ci tutela, protegge e ci si sente protetti se la si pratica con convinzione, fa stare addirittura bene di salute e fa percepire il disagio di chi non è ancora nella condizione di essere bello né di percepire bellezza.

Ci sono oggetti o persone che sono talmente belli che si ha fin paura di avvicinarcisi o di toccarli, pensiamo a quanto idealizziamo una musica, un attore, un amore, un cantante, un’opera d’arte, un oggetto di valore: quando lo abbiamo di fronte o vicino ne rimaniamo addirittura paralizzati dalla visione e dall’emozione che tale bellezza origina.

La natura e i suoi elementi sono pura bellezza, anche gli elementi catastrofici sono da considerare bellezza, ovviamente non considerando poi le conseguenze sull’uomo che rimangono drammatiche se trasportano con se lutti o devastazioni. Essi rimangono oggettivamente potenti e “belli”, energia e azione, cambiamento, trasformazione ed evoluzione infine. 

Da “I colloqui con Andrea” di Vittorio Spampinato – presso lo Studio Andrea Penna – Preganziol, marzo 2021

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