In Nepal gli ossimori prendono forma nella confusione ordinata, nelle facili difficoltà, nella bruttezza sovrastata dalla bellezza, nel mistero svelato a pochi.
Nei colori che nascondono le ombre, nei sorrisi che a volte si confondono con la tristezza, nel monsone che disseta e distrugge, nelle domande certe e nelle risposte incerte.
Nel the troppo dolce e nel sorriso amaro, nell’amicizia che conforta, nei sogni che si riflettono sui ghiacciai e prendono la forma delle risaie, si bagnano nei fiumi e si asciugano nelle piazze. Tutto è facilmente difficile, i grovigli si sciolgono, le emozioni si intrecciano con i fili dei pensieri, delle delusioni e delle aspettative.
La voglia di andare via gioca a nascondino con la voglia di restare, la confusione assordante con i silenzi, le pedine della scacchiera della vita si scambiano di posto, anche loro confuse se restare o partire.
Dopo tre mesi la partenza che sa già di ritorno.
Grazie Nepal
Mariarosa Genitrini