Un angelo per amico

In base alla nostra tradizione cristiana, ognuno di noi ha accanto un angelo custode che lo accompagna nella vita, lo aiuta nelle difficoltà e lo indirizza verso il bene. L’angelo rispetta però il nostro libero arbitrio e non determina quindi le nostre scelte. E’ quella voce che parla dentro di noi e che possiamo udire se sappiamo metterci in ascolto: seguire o meno questa voce è cosa che dipende soltanto da noi.

Molti mistici e santi ebbero un rapporto privilegiato col loro angelo custode e ne hanno lasciato testimonianza. Papa Giovanni XXIII era molto devoto al suo angelo e ne chiedeva spesso l’aiuto, specialmente nel periodo in cui era nunzio apostolico in Turchia. L’allora cardinale Angelo Roncalli ha addirittura raccontato che in quei casi chiedeva al suo angelo custode di mettersi d’accordo con l’angelo custode del suo interlocutore in modo che al momento dell’incontro le cose filassero via lisce. E a quanto pare  succedeva proprio così…. Papa Giovanni assicurava: “Non si ha idea di quanto siano ubbidienti gli angeli!”.

Gli episodi che si potrebbero raccontare a proposito della vicinanza degli angeli sono tanti[1]. In questa sede riporto due casi, veramente emblematici, di interventi angelici: casi capitati a laici, che di certo non si aspettavano incontri così  straordinari e sorprendenti.

Il primo caso ebbe come protagonista il pittore russo Marc Chagall (1887-1985), vissuto a Parigi, che nei suoi meravigliosi quadri ha dato ampio spazio  agli elementi metafisici, soprannaturali, simbolici. E agli angeli: queste figure che tanto spesso volano nei suoi cieli insieme alle coppie di amanti e ai fantastici animali  dai bizzarri colori, non sono per lui figure di fantasia, ma hanno la loro origine in una esperienza (onirica?) che  egli stesso ha descritto in una nota autobiografica. Chagall era allora molto giovane, non ancora conosciuto come artista, si era da poco e non senza difficoltà trasferito a Parigi dove conduceva una vita modesta, addirittura  povera, ma molto ricca di stimoli, speranze, progetti. Ecco l’esperienza:

“In quelle stanze, con operai e venditori ambulanti per vicini, non mi restava altro da fare che sdraiarmi sul letto e rimuginare sulla mia vita. E su che altro avrei potuto farlo? E facevo dei sogni: una stanza quadrata, in un angolo un letto con me sopra. Si fa scuro. Improvvisamente il soffitto della stanza si apre e un essere alato scende giù pieno di splendore e riempie la stanza di ondate di profumo. Le sue ali si muovono frusciando. Un angelo! penso io, Non posso aprire gli occhi, è troppo luminoso, troppo accecante. L’angelo si libra in ogni angolo della stanza, poi risale e sparisce oltre il soffitto portando via con sé tutta la luce e l’azzurro del cielo.

E’ di nuovo buio. Io mi sveglio:::”

In seguito Chagall dedicò anche un grande quadro, che chiamò “L’apparizione”, alla sua straordinaria esperienza: il dipinto è tutto nei colori dal bianco al grigio all’azzurro, l’angelo splendente e luminoso  occupa quasi  tutta la stanza, il pittore è raffigurato al cavalletto, con la tavolozza in mano, intento ad ammirare e ritrarre la celeste apparizione. Che per lui, in quel particolare momento della sua vita, può essere interpretata come un incoraggiamento, come la promessa di un sostegno. Chagall non dimenticò e da allora popolò i suoi cieli di angeli.


[1] Sugli angeli esiste una letteratura molto ricca. Si veda per esempio il mio libro Angeli  (Edizioni Mediterranee) che riporta una vasta casistica.

Contact to Listing Owner

Captcha Code