Sono molto affezionata a questa foto, scattata in Rajasthan in uno dei miei primi viaggi in Asia, con il compagno di tanti viaggi Paolo.
Erano i primi anni 80, l’India ancora autentica, difficile e facile, profumata e puzzolente, sacra e profana, decadente e romantica, sensuale e pudica,confusionaria e ordinata, silenziosa e assordante, stoffe preziose intrecciate con fili d’oro e stracci puzzolenti.
Ti dava una carezza e subito dopo un pugno nello stomaco, ti offriva il the dolcissimo e il cibo piccante, i canti sacri e il rumore dei clacson, il profumo degli incensi e la puzza.
L’ ho amata e odiata, la cercavo e volevo lasciarla subito, per poi cercarla ancora, un amore tormentato che dava il senso della vita e della morte. Ancora non esisteva la foto digitale, si usavano le diapositive , costavano tanto e allora non si facevano 50 scatti per salvarne uno, ogni foto era uno stato d’animo che aspettava di essere svelato.
Il signore della foto era dall’altra parte del passaggio a livello, come noi aspettava il treno: si è voltato, ci siamo guardati e lo scatto ha immortalato il suo sorriso pudico e la mia emozione