Condividere è uguale ad Amore?

Vediamo assieme quando l’atto di condividere equivale a un atto d’amore e quando invece no.
Caso 1: sono agitato, ho avuto una brutta giornata o una brutta notizia, sento la necessità di sfogare le emozioni che mi affliggono. In questo caso la spinta che ci induce a condividere i nostri eventi ed emozioni viene da una necessità di “espellere” quell’energia che ci fa sentire pesanti, agitati, ecc., ecc… e più ci sentiamo vicini affettivamente a qualcuno, più riteniamo che sia suo dovere accettare la nostra “condivisione”.
Ma… questa non è in realtà una vera condivisione, è uno sfogo, è qualcosa che ci permette di liberarci buttando addosso a qualcun altro un peso che ci affligge, o ci fa credere di liberarci da un peso…
Ebbene, secondo me in questi casi un vero atto d’amore è innanzitutto prenderci la responsabilità del nostro disagio e usare metodi e strumenti di “pulizia”, cercando magari un supporto in qualche professionista invece che nei nostri cari. Perché pretendere il supporto dell’amico/amica dandolo come scontato è un atto egoistico, dovuto a una incapacità di gestire autonomamente il nostro equilibrio emotivo. Laddove peraltro si dovrebbe invece chiedere (invece di pretendere) il supporto.
Ed ecco che se chiediamo… accade la magia! Perché il solo atto di chiedere un aiuto (e pronti ad accettare anche che non ci venga dato), anziché pretenderlo, trasforma quell’energia negativa che vogliamo far uscire in energia d’amore: chi riceve la richiesta non si sentirà più “invaso”, e la naturale tendenza ad aiutare che abbiamo innata sin da bambini potrà esprimersi senza che “assorbiamo” negatività, perché quando è l’amore che conduce è impossibile assorbire energia “sporca”. Questa scelta, il chiedere aiuto, è anche migliore di quella di tenersi tutto dentro, che è un processo di “spurgo” molto più lento.
Caso 2: ho avuto un’esperienza che mi ha arricchito, fatto star bene, dato momenti indimenticabili, ecc., ecc… Beh in questo caso, se si tratta di qualcosa che l’intera società giudica “normale”, come un bel viaggio o un nuovo amore, ecco che ugualmente sentiamo la spinta a condivedere. E anche se non lo chiediamo prima, le persone ci ascolteranno con piacere perché stiamo loro donando energia positiva! Lo sentono e sono tutt’orecchi per noi!
Ma… e se abbiamo avuto un’esperienza positiva, magari una situazione personale che si è sbloccata, una comprensione che da tempo cercavamo in noi senza successo… tuttavia ci siamo arrivati percorrendo strade non “ortodosse”, strade che forse temiamo vengano giudicate come una nostra debolezza o anormalità? Beh… ecco che ci teniamo quelle esperienze solo per noi. Allora: chiediamoci perché!

Questo può essere il caso di una terapia emozionale che ha avuto successo: in molti paesi, soprattutto i più conservatori, è piuttosto diffusa la convinzione limitante che relega ciò che sono percorsi di consapevolezza interiore a qualcosa di “anormale”, a un qualche stato di “malattia” emotiva, a una qualche debolezza di cui ci dobbiamo vergognare… Ahinoi che sbaglio! Schiavi della nostra vergogna stiamo negando un atto di condivisione che potrebbe aiutare altri come noi, che magari si vergognano come noi a confessare ciò che credono loro “debolezze”, e non ce l’hanno mai detto! D’altro canto, in altri paesi, come ad esempio negli USA, troviamo molte più persone che non vedono l’ora di parlarci del proprio psicanalista! E fanno bene, se ne hanno tratto benefici!

Quindi un vero atteggiamento di amore verso i nostri simili dovrebbe imporci di uscire dalla gabbia dei condizionamenti culturali e generazionali, dovrebbe sposare la regola di condividere tutte le esperienze che ci hanno in qualche modo aiutato o migliorato l’esistenza, fregandocene del giudizio altrui e dell’auto- giudizio, che nasce da quella sensazione di vergogna alla quale non dovremmo mai arrenderci! Ciò che è giudicato “malattia” in un paese, è virtuosismo in un altro: ricordiamolo, teniamolo sempre e mente… e camminiamo molto oltre, verso l’apertura, verso la condivisione, verso l’infinito! Perché condividere anche ciò che è stato molto “intimo”, ma ci ha anche molto aiutato, è diffondere Amore! Come noi siamo stati aiutati e diffusi d’amore da coloro che non hanno avuto vergogna.

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