Tra i casi più noti e famosi di reincarnazione, riportati dalla storia e dai media da sempre, spiccano quelli di Shanti Devi e di James Leininger.
Shanti Devi nacque a Delhi in India nel 1926 e già bambina raccontava ai genitori, disinteressati, che la sua precedente famiglia (tre figli e marito) vivevano a Mathura, paesino a 150 km da casa.
Sosteneva di essere morta in seguito alla nascita del terzo figlio per una emorragia. La sua costanza nel riportare racconti sull’altra vita e sulla “famiglia precedente” invitarono la maestra delle scuole elementari, e non i genitori, a scrivere al marito, avendo avuto da Shanti tutti i riferimenti anagrafici e di residenza.
Il marito risponde stupìto ed ammette che la moglie era deceduta in seguito alla nascita del terzo figlio qualche anno prima, cosa che fa si che venga organizzato un incontro tra lui e Shanti a scopo di verifica. Ma il marito manda il cognato che viene, tuttavia, da subito riconosciuto e smascherato affettuosamente.
La notizia ha eco immediato e giunge al parlamento indiano. Qui Mahatma Gandhi viene incaricato di aprire un’inchiesta parlamentare e seguire la vicenda: lui in persona incontra Shanti per raccogliere informazioni a riguardo e la manda con una delegazione –tra cui un avvocato e un giornalista- a Mathura dove incontra sia i figli che il marito.
Tra le altre, oltre ai famigliari di cui ricordava tutto, riconosce e saluta i vicini, i parenti e persino i negozianti, uno a uno con sgomento, forti emozioni e commozione da parte di tutti.
L’inchiesta viene archiviata con documentazione infinita e tante certezze che non potevano essere smentite.
Stessa cosa per James Leininger che nasce in Louisiana nel 1998 e fin da piccolo manifesta un interesse “innato” e inspiegabile per gli aereoplani da guerra, tanto che ne studia con lo sguardo le caratteristiche e i sistemi di sicurezza, come un aviatore esperto, già da piccino.
A 2 anni ha incubi terrificanti e si agita oltre misura, cosa che spaventa tantissimo i genitori. In età di parola, nella notte urla a voce alta che il suo aereo è stato colpito e che lui sta precipitando. Parla di una portaerei da guerra, la Natoma, da cui il suo aereo è partito e, in seguito, abbattuto a causa di un grosso proiettile che lo ha centrato.
Riporta, inoltre, che il copilota Jack Larson (chiamato per nome), è salvo perchè espulso dall’aereo senza conseguenze.
I genitori si mettono alla ricerca, dopo lo stupore per le descrizioni riccamente documentate e precise del bambino, di dati attestanti possibili congruenze storiche. Con meraviglia scoprono che la nave Natoma Bay di Huston è esistita davvero e che su quella piccola portaerei solo un pilota era morto durante il secondo conflitto mondiale: James M. Junior.
In seguito alla ricerca negli archivi della base navale, si scopre che tutto è veramente accaduto e James incontra persino il copilota e la vecchia e “antica” sorella, entrambi anziani ma ancora in vita, con cui si raccontano aneddoti e fatti accaduti tra pianti e stupore generale. Come tra “vecchi amici”.
James riconosce anche il punto, nelle isole giapponesi, in cui era stato colpito e conduce i genitori sul luogo esatto in cui era precipitato. Inutile dire che tutti i racconti sono certificati e corredati da filmati e racconti ampiamente documentati, reperibili sul web.
Ebbene, cosa ci spaventa dell’idea che la reincarnazione della nostra anima sia plausibile? La non scientificità, il fatto che non ci siano prove che la nostra anima si reincarna? E chi lo dice? La scienza?
La scienza ha mai detto, anche solo centocinquanta anni addietro, che avremmo potuto volare? Qualcuno avrebbe mai creduto che saremmo andati sulla luna o che la terra è tonda e così tutti gli altri pianeti? La scienza poteva ipotizzare, poco più di duecento anni fa, che avremmo avuto la corrente elettrica e il motore a scoppio?
Quello che qualcuno cerca di negare non è (apparentemente) ancora stato del tutto dimostrato. Eppure basta un testimone oculare per mettere un reo in prigione, mentre migliaia di testimoni che hanno raccontato di episodi documentati di “vite precedenti” non sono degni di essere creduti. Leggete Ian Stevenson, Brian Weiss, Andy Tomlinson, Raymond Moody (senza ritornare necessariamente a Steiner, Jung o ai fisici quantistici quali Hameroff, Penrose o Lanza ecc…).
Esiste il noto, che è quello che già conosciamo, ed esiste l’ignoto, ovvero quello che ancora non è conosciuto o stato dimostrato. Tutto qui!
Forse faremmo meglio a chiederci, come prima cosa, perché siamo animati e cosa significa “essere animato”, quindi chiederci perché ci reincarniamo e perché la nostra anima (o coscienza) torna in un nuovo corpo quando questi cessa di vivere. Una ragione ci sarà… A voi il piacere di dare una risposta.