Il pensiero è una componente essenziale della nostra esistenza. Potrei dire che tutto si presenta così, come le funzioni organiche e vitali che sono regolate e azionate dalla natura indipendentemente dalla nostra volontà razionale.
Noi non pensiamo infatti di respirare per mandare avanti la funzione vitale del nostro respiro né pensiamo a come deve fare il cuore per mettere in azione il battito cardiaco o agli occhi per il battito delle ciglia, sono tutte funzioni naturali, così è. Punto.
Il pensiero invece è figlio di noi stessi, elaborato dalla nostra mente (anche qui abbiamo tante teorie tutte più o meno serie e accreditate di cosa sia il pensiero, come e dove si forma), e attinge da informazioni che sono frutto delle nostre esperienze consce e inconsce, ma non solo.
E’ frutto, secondo tanti studiosi, anche di ciò che ci arriva per derivazione dai nostri avi, dalle nostre discendenze, educazione, addirittura luoghi, temperature, altitudini e latitudini in cui essi hanno vissuto: un frullato di cultura, esperienze, moti ancestrali e genetica che vanno a comporre il nostro modo e attitudine di pensare. Alcuni studiosi addirittura affermano la propedeuticità del pensiero naturale in forme-pensiero che si compongono di energia viva e attiva, per nulla statica e che costruiscono una realtà.
E’ meraviglioso pensare, così come è meraviglioso essere consapevoli che le forme pensiero possono realmente esistere – cosa di cui io sono convinto – perché permettono il realizzarsi dei nostri sogni o aspettative. Quante volte vi è successo di immaginare qualcosa e subito dopo quanto immaginato è accaduto? Siamo noi che costruiamo il nostro destino o l’azione futura alla quale noi assistiamo come protagonisti o spettatori? Fate questa riflessione: molti di voi saranno andati dal medico e questi vi ha consigliato di cambiare abitudine nell’alimentazione o in qualcos’altro. Ebbene cosa avete fatto?
Avete pensato diversamente, inibito certi comportamenti a favore di altri, nei primi tempi ciò vi è risultato difficile ma con il tempo o avete rinunciato e siete tornati alle vecchie abitudini oppure siete riusciti a cambiare la vostra condotta.
Il pensiero in questo caso ha giocato un ruolo fondamentale al vostro cambiamento. Perché non applicarlo per ogni cosa che non funziona? Per ogni cosa che non rispecchia le nostre aspettative? Per ogni vostra volontà di cambiamento? Riflettete anche su questo: quando vi recate dallo psicologo oppure dal vostro trainer (che sia di gym o spirituale o Pranoterapeuta) e vi sviluppa una sorta di programma meditativo o di azione (esiste anche la meditazione dinamica che unisce entrambi gli esercizi) voi realizzate un “viaggio” mentale, un rilassamento oppure un’azione che vi porta a mettere in movimento per un ideale di raggiungimento del benessere psicofisico che è la realizzazione della vostra aspettativa.
Queste figure vi portano per mano nel vostro ideale, nel vostro sogno, nella realizzazione del vostro pensiero che prende forma, respira, si unisce, si incolla addosso a voi e vi giuda per l’ottenimento del risultato. Insomma voi date nutrimento al vostro pensiero che a sua volta attinge dalla vostra energia per alimentarsi e sostenervi. Pensate, quindi, i danni devastanti che può creare un pensiero al contrario, avere in mente cioé l’idea di una visione negativa di se stessi o di altre situazioni o persone.
In tal caso cambiare atteggiamento mentale è complicato per le stesse implicazioni che ho appena spiegato, con il rischio addirittura che se non convertito in qualcosa di positivo il pensiero negativo può non solo amplificare ma degenerare nel tempo; da lì tutte le derivazioni patologiche che possono creare addirittura dipendenza o, finanche, malattie.
Pensare positivo pertanto non è solo il refrain di qualche canzone di musica leggera, ma è la qualità della nostra esistenza, dipende da noi, da nessun altro.
Ciò che è positivo per me può essere considerato negativo per gli altri. Sarebbe molto importante che si imparasse a fare tutti come faccio io.
Visualizzare esperienze mentali, condividerle con il partner o con amici, sentire, corroborare tali visioni frutto della mente e quindi del pensiero con i profumi, le sensazioni epidermiche, tutto ciò che da tale sensazioni si potrebbe percepire nella realtà (la brezza marina, il vento, il calore, il freddo, le musiche, i suoni, il colore e le atmosfere, gli atteggiamenti delle persone che ci stanno intorno, il loro timbro di voce, i baci e gli abbracci, le carezze, il rispetto, etc.), perché ciò genera sensazione di benessere in quanto riporta le frequenze alla misura dell’esperienza che la mente fa vivere con una tale visualizzazione e confronto per poter poi essere sintonizzati su quelle più positive e rispondenti a ciò che vogliamo piuttosto a ciò che ci crea disagio o addirittura ci assilla.
Un altro esempio per darvi l’idea di come la nostra mente si comporta: immaginatevi la nostra mente come un pianoforte con tutti i suoi tasti correttamente intonati, ciascuno, sulle sette note musicali.
Se non siamo sintonizzati sul pensiero giusto per l’azione giusta che vogliamo compiere, e come se spingessimo un tasto e il suono ne risultasse disequilibrato, stonato.
Ecco si dovrebbe essere maturi, o meglio, evoluti al punto tale quantomeno di comprendere quando è il momento che si sta stonando la nota suonata (cioé quel pensiero) per individuare quella che non risulta in armonia con il resto della scala musicale che il nostro pianoforte/mente è potenzialmente in grado di suonare benissimo (pensiero positivo) ma che di conseguenza come nel nostro esempio, con tutti i problemi che affollano la mente e che guidano le azioni non riesce – perché stonata – a dare qualità alla musica/vita nella quotidianità.
Un buon terapeuta dovrebbe, ritengo, possedere quelle doti che servono per sintonizzarsi con chi ha di fronte; dovrebbe essere in pratica un buon “accordatore di pianoforte” che si aggira fra i meandri dei disequilibri causate dalle forme-pensiero per riconoscere la frequenza distonica, sintonizzarsi e rimodulare il suono per riportarla in armonia con le altre affinché si raggiunga una migliore qualità di vita.
Da “I colloqui con Andrea” di Vittorio Spampinato – presso lo Studio Andrea Penna – Preganziol, marzo 2021