Dobbiamo porci questa domanda: si deve guardare negli altri per migliorare se stessi? Io sono convinto di si.
E’ importante osservare gli altri, le persone che ci circondano e soffermarsi soprattutto su coloro che ci insegnano col loro modo di essere e di agire la gioia di vivere, ammirarne l’intelligenza, il percorso di vita, l’impegno che ha permesso loro di raggiungere traguardi o risultati importanti.
Sono importanti anche le motivazioni e la storia che li ha portati a raggiungere l’obiettivo della loro esistenza, conoscere il come ce l’abbiano fatta, quale fosse stata la causa che ha scatenato questo grande volontà realizzativa.
E’ importante riflettere e capire, comprendere il perché ad alcuni si ed ad altri no, per poter poi trasformare le abilità individuate nel soggetto osservato in un percorso che si deve prendere ad esempio e che tenga a mente le esperienze apprese dalle differenti storie di vita.
Ogni giorno tutto ciò deve diventare un confronto costruttivo quotidiano estraneo ai sentimenti di invidia, di gelosia, di senso di frustrazione che sono invece aspetti della personalità e del carattere, stati d’animo negativi, distorsivi e distruttivi che facilmente si mettono in moto non appena osserviamo gli altri.
Prendiamo invece come oro e opportunità di scambio e a volte di crescita l’attività di osservare gli altri. Con l’osservazione attenta si imparano tante cose nuove che sfociano sulla presa di coscienza e quindi sulla conoscenza, anticamera della consapevolezza e della tanto agognata e rarissima “Illuminazione”. Certo l’osservazione sola a se stessa non basta, ma è certamente il primo passo per misurarsi con il mondo esterno, prendere spunto, avviare indagini su se stessi in rapporto alla società e alla cultura in cui si è immersi, muovere verso il piacere o il disagio, sviluppare uno spirito critico, attingere importanti informazioni su di se e muoversi verso la più opportuna realizzazione di se stessi.
L’osservazione pertanto diventa molto spesso – e si auspica sempre in maniera virtuosa – anche emulazione.
Ma, come in tutto, c’é il rovescio della medaglia.
Se da un lato infatti è importante l’osservazione per individuare le virtù e procedere ad una auspicata revisione in meglio su se stessi di quanto osservato dagli altri – arrivando perfin all’emulazione delle azioni e dei pensieri delle altre persone virtuose – bisogna fuggire dal cadere nelle esagerazioni, lasciarsi cioè coinvolgere esageratamente in quelle peculiarità che l’osservazione ci ha permesso di individuare negli altri.
E’ importante infatti mantenere un’osservazione critica per migliorare se stessi, cercare di non essere raggiunti da sentimenti di totale coinvolgimento in un’idea o in un progetto tenendo a mente le cose buone che si sono costruite nel proprio privato e nel proprio lavoro, continuando a coltivare i propri affetti cosi come le proprie aspettative, mantenendo un giusto dosaggio fra gli stimoli che ci arrivano dall’esterno, dall’apprendimento esperenziale e dall’osservazione di ciò che sono e fanno gli altri. senza dare troppo spazio all’uno rispetto all’altro.
La famiglia, gli affetti, le responsabilità, sono tutti aspetti importanti per l’ottenimento di un corretto equilibrio psicofisico, lasciando fluire via quelle eccedenze che debordano oltre il normale.
Ci vuole una grande intelligenza e un profondo e maturo senso critico e di spirito di osservazione per capire e applicare tutto questo nel quotidiano.
Da “I colloqui con Andrea” di Vittorio Spampinato – presso lo Studio Andrea Penna – Preganziol, marzo 2021