…o per dirla più compiutamente: quando la spasmodica ricerca della prova scientifica rallenta il raggiungimento di importanti obiettivi per l’intera umanità.
Come esempio, e solo per una più attuale esposizione, inizierò con l’argomento più parlato, chiacchierato, temuto, ricercato dell’ultimo anno: la pandemia da coronavirus e tutto il mondo attorno a essa.
Sin dall’inizio di questa epidemia voci della naturopatia, parallele a quelle mediche più ufficialmente accreditate, parlavano dei benefici della vitamina D come prevenzione e aiuto per fronteggiare la malattia Covid-19. Ebbene, ci sono voluti nove mesi e un paio di ricerche medico-scientifiche a conferma di ciò per convincere molti che dubitavano. Lo stesso sta accadendo con altri mezzi di prevenzione e possibile cura, solo perché non c’è la “prova”. Intanto, nell’attesa, molti rinunciano volontariamente a darsi migliori possibilità di fronteggiare il pericoloso virus… così si preferisce affidarsi a vaccini sperimentali, dimenticandosi che ormai, anche in molti ambienti medici, si conoscono ottime terapie che riducono di molto i rischi…
Ultima ricerca scientifica arrivata alla mia conoscenza è quella pubblicata il 29/12 sull’Esquire a firma della virologa Müge Çevik, esperta di Hiv, su come si diffonde il virus (link: https://www.esquire.com/it/lifestyle/tecnologia/a35076771/covid-come-si-trasmette/): “Il Covid non si trasmette come pensavamo, secondo un nuovo studio”, che sottotitola “Secondo la meta-analisi la chiave dell’infezione sono i luoghi chiusi e non ventilati e i sintomatici da isolare subito”. Riporto un paio di passi emblematici dell’articolo: “… mette fondamentalmente in luce come la maggior parte delle infezioni avvenga in luoghi e contesti al chiuso (…) Anche la durata dei contatti è importante (…) alcune attività al chiuso (mangiare o parlare ad alta voce, senza considerare il canto) ci fanno emettere più droplet, goccioline di saliva vettori dei virioni (…) solo aprire una finestra abbatte il rischio di contagio, perfino sui mezzi pubblici…”. Ebbene, l’analisi della dottoressa in questione sicuramente sta rendendo un gran servizio all’intera umanità (e si spera che i governi la leggano). Ma c’era devvero bisogno di attendere questo studio per convincerci a seguire il comune buon senso, sia tra le mura domestiche sia nell’emettere restrizioni e proibizioni?
Dall’avvento dell’Era illuministica cosa impedisce all’umanità di ascoltare altre voci oltre a quella del pensiero logico-deduttivo-scientifico? Ad esempio, la voce del buon senso, del sano istinto, le saggezze tramandataci dalle antiche culture, che non cercavano la prova in laboratorio. Alcuni di noi, poveri occidentali, oggi guardiamo a quelle antiche culture, ad esempio a quella ayurvedica, come soluzioni alternative ai dogmi della medicina allopatica, dimenticando che anche noi avevamo la stessa saggezza, che si chiamava medicina tradizionale mediterranea! Che spreco! E quanti ritardi, così schiavi della timorosa insicura mente egoica che vuole sempre la prova, dimenticandosi che i più grandi salti quantici di consapevolezza l’uomo li ha fatti seguendo l’esperienza di vita degli avi, arricchita dalla propria, senza attendere la provetta per esclamare “Eureka!”.
Sono decine se non centinaia gli esempi che si possono fare in proposito. Uno per primo, inciso nella Storia: il maestro Cheng Man Ching introdusse negli anni ’60 il Tai Chi a New York… e solo negli anni ’90 uscì un articolo sul New York Times sui benefici di questa disciplina per la salute di anziani e meno anziani… trent’anni dopo… Ci sono voluti troppi anni perché la nostra medicina ammettesse che certe discipline orientali in effetti, non si sa perché, senza alcuna prova, erano di effettivo aiuto per tanti “fastidi” che sapevamo solo curare con veleni farmacologici. E sempre circa trent’anni ci sono voluti perché nella nostra “civiltà” occidentale fosse accettata l’agopuntura e iniziassero i primi ospedali “ibridi”…
Tuttavia abbiamo forse una speranza: questa disgustosa recrudescenza dei dogmi logico-scientifici (e delle lentezze e devianze che ne conseguono) a cui stiamo assistendo ora con la “crisi del coronavirus” è forse l’ultimo colpo di coda di un ego illuministico collettivo che sta morendo. L’era della mente che si affida solo alla prova e non considera la magia olistica dell’essere umano sta forse, mi auguro, finendo. Il nuovo salto quantico è lì, sotto i nostri occhi: l’Era in cui sapremo essere in ascolto e sintonia con il nostro essere e la Natura, come quando eravamo “solo” animali istintivi, con in più i vantaggi acquisiti nei millenni di dominio del pensiero logico-deduttivo: il pensiero al servizio dell’uomo, non l’uomo schiavo del pensiero…