Riflessioni sull’educazione all’aria aperta

La Pandemia in cui siamo immersi sta producendo un impatto brutale sulle nostre esistenze, e dal momento che pone delle sfide enormi, occorre dare risposte altrettanto radicali. Una di queste può essere costituita dal vivere il più possibile all’aria aperta.

Il fatto che ciò possa essere considerato utilissimo, non solo in questo momento, è abbastanza intuitivo: basti pensare che alcune ricerche hanno dimostrato come all’esterno la possibilità di contrarre un virus cala di circa venti volte rispetto agli ambienti al chiuso. Tuttavia, non dobbiamo soffermarci alla sola dimensione biomedica, ma riflettere anche su altri aspetti dello sviluppo sia personale, sia sociale.

A questo proposito vale probabilmente la pena tenere presente l’approccio educativo noto nel mondo anglosassone come Outdoor Education (letteralmente: educazione fuori dalla porta), il quale sottolinea l’importanza del crescere entrando in un rapporto diretto con la complessità del mondo.

Fare attività di diverso genere per le strade, nelle piazze, ai giardini, nei boschi, al mare o in montagna, favorisce immensamente anche l’apertura mentale, del cuore, le abilità manuali, e così via.

Insomma, ognuno può crescere meglio e in modo integrato mediante una serie di esperienze diverse, belle, coinvolgenti, stimolanti, a volte anche difficili e rischiose, sempre a patto che la situazione non sfugga di mano.

Molte volte si tratta di riprendere pratiche antiche, le quali però vanno rivestite di un senso completamente nuovo, originale e capace di rispondere alle necessità attuali, altrimenti si rischiano interpretazioni dal sapore romantico che risultano superficiali e inutili, se non addirittura confusive.

Un esempio pratico: riproporre esperienze di vita da “uomini primitivi” ai bambini al fine di far capire come oggi la vita sia profondamente diversa da quella dei nostri progenitori.

Benché in senso stretto una tale esperienza sia anacronistica, è tuttavia possibile, e perfino valida, all’interno di una “cornice ludica”.

In ogni caso, attività del tempo libero all’aria aperta di tipo sportivo, di trekking, gite, campeggio, ma anche formali come esperienze didattiche scolastiche outdoor, non possono che aiutare le persone ad entrare in un rapporto stretto con il proprio sé e gli altri, facilitando il senso di benessere e del senso dell’esistenza. 

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