Un piccolo edificio ospita il museo archeologico dove sono esposti in ordine cronologico importanti reperti che percorrono la storia, dalla preistoria al periodo romano, ellenistico.
Un piccolo gioiello di quest’isola. Anfore, statuette, monete, iscrizioni: tutto parla. Ma quello che più attira l’attenzione è una Hydria del cimitero infantile.
Riporto da un libro su Asthipalaya “al lato sud ovest del castello strane sezioni quadrate avevano attirato l’attenzione degli archeologici.
È un sito senza abitazioni ma con reperti archeologici sorprendenti. Si tratta di un antico cimitero infantile.
È stato scoperto nel 1995 durante i lavori di ristrutturazione del castello. La soprintendenza archeologico ha portato alla luce quasi 3000 anfore e pentole chiamate Hydria.
Erano le tombe di bambini da pochi giorni a pochi mesi. Per la sepoltura il corpo del bambino veniva messo all’interno del vaso o della pentola perché la forma era simile all’utero e così l’anima del bambino avrebbe sentito la sicurezza della vicinanza alla mamma”.
Il periodo in cui si estendono i reperti va dal VII al II A.C.. Pare che nell’antichità Asthipalaya fosse un luogo sacro per la sepoltura dei bambini morti prematuramente in tutto il mondo greco del Mediterraneo orientale.
Questo fa supporre il gran numero di vasi funerari provenienti dalla Grecia continentale, dalle isole dell’Egeo, dell’Asia Minore e anche dalla Palestina. Probabilmente c’era un tempio dedicato alla dea Ilizia e Artemide Lochia, protettrici del parto e del puerperio.
Ascoltami, o dea augusta, demone dai molti nomi, soccorritrice nelle doglie, soave al cospetto dei talami, sola salvatrice delle donne, amante dei fanciulli, dall’animo gentile, che acceleri il parto, che fra i mortali assisti le giovani, Prothyraia, hai le chiavi, accogli affabilmente, hai caro l’allevare, gradevole con tutti, che aiuti le case di tutti e gioisci dei conviti, che assisti le partorienti, invisibile ma visibile a tutti nelle opere, partecipi alle doglie e gioisci dei parti felici, Ilitia che sciogli i travagli nelle terribili necessità “te sola infatti le puerpere chiamano riposo dell’anima” poiché in te sono i tormenti che lietano dai dolori dei parti, Artemide Ilitia e augusta Prothyraia. Ascolta beata essendo soccorritrice dà discendenza e salva, come per natura sei sempre salvatrice di tutti.
Mariarosa Genitrini