Albrecht Duehrer: La prima Rockstar delle stampe (e i suoi problemi coi “falsi”)

Prendiamo spunto da un’importante sessione d’aste di stampe d’epoca tenuta da Phillips a Londra il 21 Gennaio 2021, il cui lotto n.1 (qui l’immagine e i dettagli: Phillips | Albrecht Dürer – Knight, Death and the Devil (B. 98; M. 74), 1513 | Evening & Day Editions London Thursday, January 21, 2021, Lot 1) era “Cavaliere, Morte e Demonio”(1513), di Albrecht Duehrer, la sua stampa più famosa dopo “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” che, nelle sue tirature più preziose, in passato ha anche visto aggiudicazioni nell’ordine delle centinaia di migliaia di Dollari.

Nella fattispecie, si trattava di una tiratura di più che dignitoso lignaggio, che ha ampiamente raddoppiato le stime andando ad essere aggiudicata per quasi 50 mila Sterline.

Molto spesso il concetto di “stampa” di opera d’arte ha spesso collegato quello di “falso” e, in effetti, l’acquisto di una stampa di valore presuppone, onde non incappare in qualche spiacevole “equivoco”, una competenza tecnica perfino superiore a quella necessaria nell’acquisto di opere uniche su tela .


Una forte “soluzione di continuità” nella fenomenologia dei falsi d’Arte rispetto a prima si ebbe con l’invenzione della Stampa proprio con Albrecht Duerher, la Rockstar & all man band che prima di allora non era mai esistito, in grado di disegnare, incidere, stampare e vendere (col suo famoso monogramma A.D.) contemporaneamente.

Per Duehrer iniziarono presto i problemi da parte dei riproduttori illeciti e il primo e più famoso di questi fu il bolognese Marcantonio Raimondi. La vita della Vergine (1506-6) di Duerher era una serie di stampe famosissime su alcune delle quali il Raimondi riuscì a mettere le mani, riproducendole con incisione su rame anziché su legno e copiando anche il monodramma del Maestro tedesco per poi immetterle sul mercato.

Tanto si adirò Duerher che, oltre a farsi rilasciare una “Patente esclusiva” dall’Imperatore, citò in causa il “replicatore,” benché con modesti risultati: al Bolognese venne interdetta la replica dei lavori di Duerher solo se avesse continuato a firmarle col monogramma.

Va in generale osservato che fu in ogni caso dal Rinascimento che gli artisti iniziarono a firmare le loro opere, in quanto prima li si consideravano degli artigiani, realizzatori, quindi, di “Arte-già-nata”, e Duehrer fu tra i primi a farlo.

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