Io e gli animali

Dal libro “L’arte I giorni Le parole”

Testo n 19. Io e gli animali

Nella successione dialettica dove la natura è la tesi, l’antitesi l’uomo, l’animale sarebbe la sintesi. Da anemos  ha origine il termine animale e significa soffio vitale, respiro che ci accomuna a tutti gli esseri viventi.

Questo basterebbe a rendere ingiustificabile ogni crudeltà verso gli animali.

Se nel tempo della pandemia è aumentato l’interesse per loro, diminuirà la vigliaccheria dell’abbandono? La storia della mia vita è legata agli animali. Laura, un pastore tedesco di rara intelligenza e sensibilità, non saliva in auto senza permesso. Spesso mi portava un riccio, sapeva che mi faceva piacere.

Un sadico imperdonabile le riservò una fucilata sulla schiena. Portò sempre una grossa cicatrice, ma non smise di credere agli uomini. La gatta Cleopatra, Socrate, gatto nero, voleva stare al mio collo come una sciarpa. Ludovica, un border collie, immagine della felicità.

Curiosa, dispettosa, amava nascondersi, non farsi trovare. Impazziva per anatre, piccioni, galline e la volta che si infilò in un pollaio ebbi il mio da fare. Colpita da un tumore, se ne è andata felice dopo aver risposto al mio: “dammi la zampetta”.  Filippo, quasi un Dingo, forte come una roccia, fedele come solo un cane può essere. Non voleva essere lasciato solo, quando mi vedeva con la valigia i suoi occhi diventavano lucidi.

E’ morto dopo diciotto anni mentre ero in viaggio a Roma. Dante, gattino grigio dagli occhi scuri, mangiare con me vicino era quello che chiedeva, nell’ora di morire è andato lontano. La piccola Dolly, dolcissima volpina cieca da un occhio, maltrattata da carnefici maledetti, si fidava solo di me.

Oggi con me c’è Frida, una certosina abbandonata, magrissima e spaurita (che volto hanno le persone che abbandonano gli animali?), ora ha il pelo morbido e fa la smorfiosa. E’ parte della mia vita, tra” i sereni animali che avvicinano a Dio”.

13 aprile 2021

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