L’anima e la consapevolezza della propria eternità

Comunicazione ricevuta in scrittura medianica e tratta dal libro 

“UN MERAVIGLIOSO VIAGGIO NELL’UNIVERSO”

L’anima e la consapevolezza della propria eternità:

Domanda: Carissimo Silvio eccoci come sempre al nostro appuntamento serale. Mi piacerebbe che tu mi parlassi del vostro rapporto con noi. Mi spiego meglio: ho capito che a voi non importa più nulla della Terra perché nell’Universo non ci si annoia mai, però mi piacerebbe sapere alcune cose:

1) Gli spiriti che trapassano e lasciano i loro cari, magari con situazioni in sospeso, soffrono di non poter più tornare a chiarirle?

2) Comprendono subito che esiste un destino per tutti e quindi certe cose non hanno più importanza?

3) Questa è una domanda forse un po’ puerile: come ci vedete in carne e ossa, con tutti gli attributi umani, compresi gli ambienti, i mobili ecc., oppure ci percepite come una vibrazione, come un pensiero, un’energia, ma non potete più vederci?

SILVIO

Eccomi, mia cara, sono arrivato, ti ho ascoltato, ho sentito i tuoi pensieri che sono come un dolce richiamo per me perché gli amori veri, quelli che ci legano per affinità di anima, sono per noi dei veri e propri richiami.

L’universo è immenso, ma il pensiero è una forza, è una fonte di energia inesauribile ed è la stessa comunicazione che usiamo noi esseri spirituali per comunicare. Comprendo bene che per te questo possa essere un mistero, anch’io quando ero un uomo stentavo a credere che le anime potessero vedermi e seguirmi nella mia vita. Avevo avuto tante dimostrazioni che non ero solo. 

Fin da bambino avevo assistito a quei fenomeni strabilianti, tutta la mia vita è stata a contatto con medium straordinari, così quando ho incontrato te non capivo come avvenisse il contatto attraverso una forma di medianità fino a quel momento a me sconosciuta; rimasi davvero stupito allorché compresi che doveva esserci realmente un contatto con l’anima, perché quel personaggio (I.Stevenson) non sapeva una parola di italiano. Ora posso constatare il tuo fenomeno personalmente perché sei in grado di tradurre il mio pensiero e di riportarlo simultaneamente per iscritto.

Certo, per rispondere alle tue domande: noi vi vediamo, ma non abbiamo interesse a tornare sulla Terra, a meno che non vi sia stato un progetto a monte come avviene nel nostro caso. Vedi, mia cara, le anime che trapassano possono vedere la loro vita e i loro rapporti umani, certamente rivedono le loro azioni e constatano che avrebbero potuto agire diversamente, in altre parole, comprendono gli sbagli fatti e vengono oppresse da una sorta di rimorso. Tieni presente che, come ti ho già detto, le anime ancora inevolute vengono sempre assistite da uno spirito più evoluto che spiega loro come stanno le cose, tuttavia esse vengono colte da una sorta di senso di colpa, non dimentichiamo che il cosiddetto auto-giudizio avviene secondo la legge universale, dunque lo spirito non può ignorare il male fatto trasgredendo a tali leggi. Comunque lo Spirito Guida ha sempre il compito di chiarire la valutazione che lo spirito dà alle sue stesse azioni e viene pertanto “consolato”, per dirla con un termine umano, nel senso che gli viene detto che potrà porre rimedio a tutte le azioni compiute che non siano conformi alla legge di Dio. Lo Spirito si trova nel suo mondo, ricorda ora di esserci sempre stato e, per così dire, è tornato a casa.

In poco tempo – del non tempo, ma si fa per dire – l’anima si ambienta, è come un uomo che dopo essere stato per tanti anni in un paese straniero torna a casa. La patria natia esercita sempre una forte attrazione, ci si sente amati e protetti e ci si trova in un atmosfera “amica”, per così dire! Anche lo spirito si ritrova con le anime della sua sfera di affinità, ovvero, della sua stessa evoluzione, spesso sono anime conosciute anche in Terra, nell’ultima vita, ma esse possono albergare in altra sfera e, allora, in questo caso, ritrova tutte le anime che lasciò prima della sua ultima incarnazione. Pur tuttavia egli non ci mette molto a riconoscerle e rinstaura con loro quell’antico rapporto che c’era stato. 

Come ci dicevano anche i nostri Maestri, la vita dello spirito, come del resto quella dell’uomo, è una vita sociale che avviene nello scambio. Le stesse religioni come quella cattolica, per esempio, quando qualcuno muore dicono: “è tornato alla Casa del Padre!”, e questo per far capire che l’anima non è mai lasciata sola in un mondo sconosciuto e ostile. 

Certo, esistono le anime ancora attaccate alla vita umana, talvolta i cosiddetti sensi di colpa le riportano a contatto con l’ambiente umano e con i loro cari che sono rimasti sulla Terra.

In linea di massima, l’anima, soprattutto quella poco evoluta, sente questa attrazione verso il mondo terreno perché desidera entrare in contatto con coloro che ha amato e nei confronti dei quali, magari, ha lasciato qualche conto in sospeso.

Ti ripeto comunque, mia cara, che alla fine questo non è un problema così grave per l’anima, in primo luogo perché si trova in una posizione di vantaggio rispetto a coloro che ha lasciato, può seguire la loro vita e vederli in qualsiasi momento e poi è perfettamente consapevole che prima o poi anche loro trapasseranno e quindi li ritroverà. Questo ti spiega anche, mia cara, perché le anime che vengono a parlare tramite la tua medianità sono stupite di essere state chiamate, e felici di poter comunicare ai propri cari cose importanti che sono utili soprattutto per loro, per essere tranquilizzati e rasserenati.

Vedi, devo dirti anche questo: quando ero un uomo, nella mia ultima vita, non capivo il motivo di tanta ostilità nei confronti dei fenomeni medianici, proprio perché li ritenevo estremamente utili, non solo per capirci almeno qualcosa sul problema delle nostre origini, ma anche per la funzione consolante e rasserenante che avevano avuto per me e la mia famiglia questi contatti.

La medianità di Urbino (Fontanelli) aveva fatto miracoli e la nostra famiglia oppressa dalla guerra e colpita da lutti era stata enormemente aiutata e confortata nel sapere che i “morti” non erano morti. Erano tutte persone ignoranti, non avevano cultura a quel tempo, non vi erano certo i mezzi che avete a disposizione oggi e sovente chi era partito per la guerra non dava notizie e scompariva nel nulla.

Immagina, mia cara, quale sollievo poteva dare una siffatta medianità a tanti che avevano perso i propri cari e vivevano ogni giorno nell’angoscia di non poterli più rivedere! Come sempre, ti dicevo, la medianità, quella vera, di alto livello è molto rara, è veramente un privilegio di pochi, ma possiede una funzione oltre che conoscitiva soprattutto molto consolatoria.

Certo mi domandavo spesso perché la stragrande maggioranza delle persone non potesse credere, ma poi ho compreso che si trattava di una questione evolutiva. Infatti se è vero che qualcuno si pone il problema dell’anima per puro scopo di conoscenza come avviene per i filosofi, per esempio, è anche altrettanto vero che esistono quelli che desiderano approfondire e appurare una sicurezza che già possiedono dentro di loro. È quella sensazione che molti di noi hanno provato, di sentirsi prigionieri in un corpo perché sanno intimamente di appartenere ad un’altra realtà dove poter essere liberi di spaziare, di conoscere senza ostacoli e barriere, dove poter essere sé stessi senza tutte le oppressioni delle regole della vita umana. Sono sensazioni che poi diventano certezze dentro di noi, che ci portano le nostre anime, sono i ricordi delle vite passate e le consapevolezze acquisite che questi corpi sono caduchi e non valgono nulla al cospetto dello Spirito di origine divina.

È la consapevolezza della propria eternità che fa sorridere l’anima, della vita di questi poveri corpi destinati a cadere come delle maschere e a scomparire per sempre.

Certamente, mia cara, questa consapevolezza la possono avere quelle anime che hanno già vissuto più vite, che hanno fatto tante esperienze e che si muovono nei corpi con assoluta destrezza, tanto da poter trasmettere loro queste sensazioni che si tramutano spesso in certezze. 

L’anima inevoluta si nasconde nel corpo, non riesce a dare segnali di sé, ecco perché prevale il corpo con le sue regole e la vita umana assume un valore assoluto, proprio perché appare come l’unica vita possibile.

Come ci dicevano sempre i nostri Maestri, la vita umana deve essere un’esperienza per l’anima che deve trovarsi staccata dal corpo per osservarne criticamente ogni movimento, abile spettatrice e giudice imparziale delle sue stesse azioni. Questa è la situazione delle anime più evolute, infatti il vero saggio non si coinvolge per le cose del corpo e la vita umana è una vita separata da quella spirituale, per coloro che sentono la propria anima.

Vedi, mia cara, si è spesso parlato di coscienza, ma cos’è esattamente questa coscienza?

Se si confonde la coscienza umana con la coscienza autentica dell’essere si cade in un grave errore di valutazione, che è quello che ha portato la scienza a negare a oltranza l’esistenza dello spirito. Il vero significato di coscienza è la consapevolezza di essere un’individualità nel Tutto, ovvero, di auto-riconoscersi come un ente individuale pensante e indipendente dall’esterno da sé. La coscienza dell’uomo è quell’aspetto della sua psiche che gli permette di auto-riconoscersi in base a elementi esterni e differisce dalla coscienza dell’anima, che le permette di auto-riconoscersi in base a elementi interni e di appartenere soltanto a Dio.

È questa l’importante differenza che porterà un giorno lontano alla dimostrazione dell’anima! Si deve partire dalle due definizioni di coscienza perché è essenziale, in una siffatta dimostrazione, non confondere i due aspetti della coscienza. La coscienza che si auto-riconosce nella legge universale è l’Uno che si distacca da tutto il Creato, per proseguire nel suo cammino evolutivo ampliando la propria conoscenza, tuttavia, per arrivare a dimostrare questo tipo di coscienza è necessario dimostrare la limitatezza delle leggi umane e la finitezza dell’uomo stesso e ambientarlo in un contesto più ampio, quello dell’infinitezza.

Allorché si arriverà a questo, ed è necessaria una diversa evoluzione, per l’umanità, allora si potrà dimostrare l’esistenza dell’anima. L’anima è una struttura energetica, è un campo elettromagnetico, non è un organo umano, si trova vicino al cuore, ma è costituita di un’energia diversa da quella materiale del corpo. Si potrebbe misurare con uno strumento che sia in grado di rilevare la differenza dei campi energetici, ovvero la loro densità. Mi spiego meglio: abbiamo visto che l’energia materiale è un aggregazione di atomi, secondo dei legami molto forti che danno luogo ai corpi materiali. Ebbene, la composizione dell’energia per strutture come quella dell’anima avviene sempre per aggregazione, ma si tratta di legami più deboli, più allentati, di molecole che danno luogo a un campo che non è rilevabile con le strumentazioni che si usano per scoprire, ad esempio, gli organi malati; pertanto, bisogna trovare la strumentazione idonea che sfrutti la diversità dei campi di energia, e sia in grado di misurare la loro densità.

      Non è un’impresa impossibile ed esistono già degli strumenti che con particolari accorgimenti potrebbero, opportunamente modificati, rilevare la presenza dell’anima vicino al cuore.

      Per ora ti lascio, ti sono vicino  

                                                                                       Tuo Silvio

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