Lavare i panni della mente

Gli esseri umani sono una parte della natura (e neanche quella riuscita meglio).

Sono in parte simili a qualsiasi altro essere o elemento vivente sulla terra, sebbene se ne distacchino pesantemente per una caratteristica specifica che, peraltro, non tutti sfruttano come dovrebbero e mi riferisco alla coscienza di sè che non appartiene a nessun’altra forma di vita sulla terra .

Quindi, per riassumere potremmo dire che essi sono si, simili tanto ad un gatto quanto a un fiore, un sasso o anche una goccia d’acqua ma, con una caratteristica in più: la capacità di osservarsi e di autodeterminarsi.

Come gli alberi hanno un tronco e della linfa che li attraversa, hanno pelle come corteccia e prodotti di scarto, hanno suoni che diventano parole e odori che li caratterizzano e radici che affondano in un terreno che dà loro più o meno stabilità.

Le radici degli uomini sono rappresentate dal luogo in cui è nato, dai genitori che ha avuto e dagli educatori che ha incontrato, dal cibo che ha mangiato e dalle parole che ha bevuto e, non da ultimo, dalla sua natura e dal personale progetto divino che ha immaginato per sé ancor prima di venire nel mondo.

Come i cerchi che si allargano quando un sasso viene gettato nell’acqua, così l’eco degli elementi che lo caratterizzano si propaga all’infinito fuori di lui e mai così lontano da non avere alcuna influenza.

Conosci il terreno dove affondano le tue radici?

Il tuo sentire, le tue scelte e il tuo comportamento ti raccontano chi sei se sai ascoltare.

Sai cosa significa sapere ascoltare e come si fa?

Sapere ascoltare è un processo di individuazione, una esperienza non trasmissibile a parole e non è il prodotto di una tecnica ma è raggiungibile attraverso l’esperienza della relazione che, in altro modo, può essere definito un atto d’amore.

E’ l’esercizio della presenza, della propria autocoscienza che assomiglia a lavare i panni della mente e a permettere che a poco a poco lo sporco scivoli via.

Il processo di individuazione ha bisogno per svilupparsi di una relazione autentica e viscerale come quella fra maestro e discepolo, fra ostetrica e puerpera, fra terapeuta e cliente, un accordo che prevede una forte alleanza che permetta di remare nella stessa direzione affinchè una nuova destinazione si palesi, affinchè qualcuno nasca di nuovo.

Come sosteneva Jung : Per tutta la vita la nostra individualità ha bisogno degli altri per affermare le differenze e sposarne le somiglianze.

Quando l’essere supera la divisione tra se e gli altri ed è al tempo stesso profondamente se stesso e in comunione col mondo, si realizza il paradossodel processo di individuazione.

E il risultato di questo processo è arrivare a possedere gli strumenti per riconoscere i talenti, le risorse e le potenzialità.

La meditazione è una relazione fra sé e sè, che aiuta a prendere contatto con lo spazio interiore e con l’osservazione senza pregiudizio è il primo importantissimo strumento senza il quale niente altro può accadere.

Non si medita solo stando seduti con gli occhi chiusi ma assumendo “attenzione” in ogni istante della vita e del tempo fino a che ci si accorge che questo fantomatico tempo non esiste, che è solo un infinito ed eterno presente quello che si srotola dinanzi a noi.

Come un sasso che cadendo nell’acqua fa tanti cerchi in cui anche l’ultimo porta l’impronta della matrice da cui è partito così, restando in presenza e tornando al sé si compie il percorso a ritroso, guardando indietro a quel preciso momento in cui ha avuto origine tutto, nella pace e nella coscienza della luce.

Dr.ssa Carmen Caramalli

Psicologia/Counselling/Body Work

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