Rodi

Un’altra pagina.

Dal primo ottobre diminuiscono i traghetti fra le isole, così stamattina abbiamo salutato Symi e siamo arrivati a Rodi, tappa obbligata per prendere lunedì un traghetto per un’altra isola.

I mulini medioevali, le mura di fortificazione, i bastioni, in alto il castello dei Cavalieri: tutta la città vecchia si sviluppa dentro, in una sorta di riservatezza della propria storia.

Le strette strade sono di ciottoli, le auto e le moto non entrano, gli unici rumori sono le voci dei turisti, adesso molto pochi, e quelle dei ristoratori. Ma tutto in maniera molto educata, non invadente.

E la prima visita è al museo archeologico, per rivivere una storia antica, una bellezza antica che lascia ammutoliti.

E’ collocato in un bellissimo edificio del 1400, a suo tempo ospedale dei Cavalieri di San Giovanni che prestavano le cure ai pellegrini e poi ai crociati. Imponenti archi si rincorrono fra loro, e nello stesso tempo ripercorrono la storia. Vasi del 3 secolo a.c., mosaici antichi che ancora rievocano storie, fughe dai nemici, ma anche devozione agli Dei.

I disegni dei mosaici sono gli stessi che si trovano nelle cerimonie induiste, un filo archetipico unisce il Tutto, incurante della geografia.

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