A FATICA ALLA META’ DI QUANDO “BERTA FILAVA”, QUALCHE ANNO FA: IL MERCATO DELL’ARTE GLOBALE CERCA DI GALLEGGIARE NELLE GRANDI ASTE DI NEW YORK DI MAGGIO 2025

272 i milioni di dollari incassati da Christie’s nella sua Sessione d’asta uniproprietaria (la Riggio, garantita sostanzialmente da terze parti per il 99%, dicesi novantanove per cento: questo sí che è un record…sostanzialmente si è trattato più che di un catalogo d’asta di un listino prezzi) dell’importante, consueta, settimana di Calendimaggio che a New York detta da sempre il ritmo dell’anno in corso nell’Art Market globale e che quest’anno farà fruttare alle tre principali Case d’asta incassi per 1,2 Miliardi di Dollari, un 15% in meno dell’anno scorso e la metà rispetto a quando, qualche anno fa, “Berta filava” con le super Collezioni uniproprietarie dei vari Allen o Rockefeller.

Bene il Mondrian (ma un solo offerente, come logico, stanti le premesse fatte sopra sulle garanzie!), “nelle stime” con 47 milioni di aggiudicazione (terza di sempre per il Maestro olandese), un po’ meno Magritte, con “solo” 34 milioni per una versione “luceimperiale” un po’ più piccola di quella venduta lo scorso anno a 121 milioni di dollari.

Nella Sessione, anche questa “Evening”, di Arte del XX Secolo (217 milioni di incasso totali), conferme poco sopra le stime minime senza particolari slanci (se non per un “Pioppi sulla riva dell’Epte, al crepuscolo” di Claude Monet: 43 milioni incassati contro una stima minima di 30) per taluni top lots come” Lee Miller” di Pablo Picasso, 28 milioni di ‘realizzo’, e “N.4” di Mark Rothko, 37 milioni: per la serie…i Dazi fanno ancora un po’ paura.


Giacometti da 70 milioni di dollari naufraga invece nell’asta di arte moderna di Sotheby’s. Il super-lotto che avrebbe dovuto fruttare al minimo 70 milioni di Dollari secondo le stime informali (in effetti stimato solo “under request”) pre-asta, un busto raffigurante il fratello dell’artista Diego, è andato miseramente invenduto durante la vendita da 152 milioni di dollari (senza le commissioni, molto inferiore alle stime minime di incasso globale preventivato, di 170 milioni, con un tasso di aggiudicazione dell’83% nonostante vari ritiri pre-asta, e ancor di più al di sotto dei risultati dello scorso anno nonché vieppiù di quelli passati recenti).

Un discreto disastro che potrebbe costare la testa a qualcuno nella storica casa d’aste di Patrick Drahi. Se non era stato bellissimo vedere la Collezione Riggio esitata in asta il giorno prima da Christie’s col, come sopra osservato, 99% di garanzie essenzialmente di terze parti, più brutto ancora è stato assistere alla carenza di lucidità di una grande casa d’aste che nell’evento più importante dell’anno non ha saputo collocare il top lot che “cubava” da solo un terzo dell’intero incasso della sua Sessione, fondamentale, di Moderno.

Oltretutto, come si diceva, erano già anche stati ritirati prima dell’asta 5 lotti, fra cui lotti: Bananas for the Attorney General di Winslow Homer (stima tra 1,5 e 2,5 milioni di dollari); Study for Improvisation 10 (1910) di Wassily Kandinsy (stima tra 6 e 8 milioni di dollari); Mulata de vestido branco (1936) di Cândido Portinari (stima tra 800.000 e 1,2 milioni di dollari); e Torse de femme nue couchée (1903-05) di Pierre-Auguste Renoir (stima tra 800.000 e 1,2 milioni di dollari).

Fra i non molti successi in buona parte grazie anche alle garanzie di terze parti su 27 lotti, la lampada di Frank Lloyd Wright che ha raddoppiato le stime dopo 11 minuti di gara a 7,5 milioni con le commissioni e, ma meramente uno un po’ sotto e l’altro un po’ sopra alle stime minime, i due storici Kupka in un intorno, rispettivamente, fra i cinque e i sei milioni con le commissioni. Dieci gli “invenduti”, anche importanti mentre fra le aggiudicazioni migliori spiccano lavori di qualità di Robert Delaunay, Edvard Munch, Georgia O’Keeffe e Alexander Calder mentre, sotto le stime minime, troviamo opere che si proponevano con una certa ambizione di Fernand Léger (quasi metà) e Renè Magritte.


Opere “fresche”, erano quelle- peraltro non di grandi pretese- proposte in Asta a New York da Phillips nella propria Evening Sale del 13 Maggio 2025, cioè non viste di asta per la maggior parte da oltre 15 anni e i risultati si sono allineati con le premesse: discreti ma ben lontani dai fasti del passato anche per la Maison del gruppo Mercury.

Per un Ed Ruscha che ha fatto la parte del leone con tre lotti (da cinque, due e mezzo milione,) un Gerhard Richter da quattro milioni, una Grace Hartigan che sorprende a oltre un milione e mezzo, un Basquiat a tre milioni e un altro addirittura a sei e mezzo, un Hockney da quasi tre milioni e un Prince oltre i tre, vari invenduti di peso, come il Le Corbousier e il Condo, per un incasso totale con le commissioni nell’intorno di poco più di 50 milioni contro gli 86 dell’anno scorso: una linea di galleggiamento coerente con l’attuale stato “non particolarmente brillante”, per usare un eufemismo dell’Art Market globale.


Dei 39 lotti offerti, 24 avevano garanzie di prezzo minimo e 17 avevano garanzie di terze parti. Quattro dei 39 lotti non sono stati venduti e tre sono stati ritirati, con un tasso di vendita del 90% prima dei ritiri e dell’81,4% includendo i ritiri, il tutto per poco meno di 100 milioni di Dollari di incasso nell’Evening Sale di 21mo Secolo da Christie’s a New York (che consente di approcciare i 600 milioni totali provvisori gli incassi della Maison di François Pinault in questa marquee week newyorkese di Maggio 2025), più o meno in linea con le aspettative (senza commissioni) della vigilia e con la Sessione dello Scorso Novembre, nonché e un 20% peggio dello scorso anno che, però, poteva vantare sulla Collezione Rosa de la Cruz. E’ un mercato di venditori, quello attuale, sicché taluni immaginano che possano evidenziarsi delle buone buy opportunities.

Discreta la performance del Basqiat, a 23 milioni e mezzo, mentre ottima accoglienza ha avuto “Miss January” di Marlene Dumas, che ha incassato oltre 13 milioni che, se si somma il tutto ai 12 milioni e rotti sborsati per “Propped” di Jenny Seville, si supera il 50% dell’intero incasso della serata. Sempre bene Ed Ruscha e John Currin, oltre a Simone Leigh, che ha visto battere il suo record a quasi 6 milioni di Dollari.


In teoria “tutto venduto” con un certo miglioramento di incassi rispetto al disastroso Novembre 2024, ma certamente le Evening Sales (Now+Contemporary e Collezioni Lichtenstein, Luxenbourg e Gladstone) di chiusura di Sotheby’s della Marquee Week del 15 Maggio a New York non fanno altro che confermare (invero la conferma era già nel potenziale dei Cataloghi, interessanti ma limitati dimensionalmente) che ricalca il momento negativo per l’Art Market globale, la cui rappresentazione “plastica” è certamente nell’aggiudicazione sotto le stime minime della Fine di Dio di Lucio Fontana. 14 milioni e mezzo con le commissioni possono apparire tanti ma sono esattamente la metà di quanto incassato per opere consimili più volte negli anni passati (nell’immagine, nonostante il lotto fosse stra-garantito).

Metà prezzi e metà fatturati: più o meno è questo lo scenario in cui si stanno dibattendo le Case d’Asta, specie per le Sessioni Top (Evening). Per altro verso non sono malaccio le Sessioni diurne (quelle senza i super lotti), se si pensa che quella “Day” di Christie’s correlativa, tenutasi qualche ora prima, delle “Evening” di Sotheby’s da 186 milioni su cui stiamo dissertando aveva portato a casa 66 milioni.

Come a dire che, pur se la “mediana” (intorno di prezzo più frequentemente battuto) dei prezzi delle aste globali di Belle Arti non sì è poi così contratta (attorno ai 50 mila Dollari) rispetto al passato, il “prezzo medio” dei lotti aggiudicati si è frazionato pesantemente.

Tornando a bomba da Sotheby’s, «Untitled» di Jean-Michel Basquiat, aggiudicato a 16,4 milioni di dollari ha rappresenta il secondo miglior risultato per un’opera su carta dell’artista e anche il “solito” Ed Ruscha ha centrato di misura le ambiziose stime minime.

Un po’ in ripresa dopo un periodo di appannamento Andy Warhol che coi sui “flowers” triplica le stime minime che erano attorno al milione (ma non stiamo parlando di lotti che cambiano col loro peso l’esito di una Sessione), pessimo Frank Stella, che dimezza (uno dei “costi” impliciti del 100% di ‘sold’) a 7 milioni la stima massima del suo top lot. Bene fra “i nostri”, Pistoletto, Burri, oltre i 3 milioni, e Scarpitta, ampiamente nelle stime minime del milione.


Paolo Turati

Contact to Listing Owner

Captcha Code