Maggio 2024: le grandi aste d’arte newyorkesi lanciano un messaggio resiliente

Mentre Christie’s si è già prima dello “start” ritrovata ad affrontare, per un presumibile attacco di hackers al suo sito web, una delle problematiche in tema di web-security più serie degli ultimi anni, Sotheby’s parte con la sessione serale di Contemporaneo da 234 milioni di incasso totale (l’8% in meno delle stime minime di pre-sale) la marquee week primaverile newyorkese delle Aste d’Arte con qualche ombra (prevista, nonostante la gran massa, oltre l’80%, dei – peraltro non stellari – top lots garantiti sul prezzo in genere da Terze parti), illuminata da pochi invenduti.

Ne è emblema in negativo il Francis Bacon, venduto a 27 milioni sotto la stima minima, così come il Richard Diebenkorn invenduto (stima 18-25 milioni) e come i molti lotti aggiudicati alle stima minima o sotto, fra cui l’importante “Fine di Dio” gialla di Lucio Fontana (22 milioni con le commissioni).

Bene Joan Mitchell con “Noon” (sopra la stima massima, a 22 milioni) e discreta anche la “prestazione” di ‘Untitled’ di Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, poco sotto i 20 milioni.

Nell’appena precedente sessione serale “Now” da 34 milioni di incasso (il 7,5% in meno rispetto al Maggio 2023), con vari lavori anche di Ultracontemporaneo, ottime aggiudicazioni per molti artisti afro (Crosby e Odutola entrambi con 2 milioni), con lo stesso Kenny James Marshall capace di ottenere oltre 7 milioni per una sua opera di primo piano come “Vignette 6”; bene anche Cecily Brown e Adrian Gehnie, sopra i 3 milioni.

57 lotti con 115 milioni di incasso, invece, da Christie’s a New York per le due sessioni serali di apertura delle Aste della marquee week di Maggio 2024, nonostante l’attacco hacker ricevuto (e che ha presumibilmente consigliato il ritiro del top lot della serata, il Brice Marden stimato fino a 50 milioni).

“Rispettabile” risultato, osservano (giustamente, data la situazione difficile riferendosi al livello sia di “venduto” e che di partecipanti) taluni, anche grazie al fatto che è stato possibile vendere il “Popeye in versione italiana…” di Warhol a 32 milioni.

Non entusiasmante anche la parimenti precedente sessione serale di Phillips, denotata dai 46 milioni di incasso (55% del totale) per “Untitled” di Basquiat del 1982. Fra i lot comprimari, bene la Frankenthaler e Hendricks, aggiudicati sui 3,2 milioni il primo e 3,7 il secondo.


“Les distractions de Dagobert” di Leonora Carrington (nell’immagine), benchè con i suoi oltre 28 miloni di aggiudicazione non sia stato, nè avrebbe potuto essere, il top lot della serata di Moderno di Sotheby’s a New York, dovendo fare i conti con uno degli ultimi “Covoni” di Claude Monet ancora in circolazione (aggiudicato a 34 milioni), non di meno è stato il lotto sicuramente più “attenzionato” della comunque dignitosa, dato il momento, sessione da 235 milioni di incasso (a metà fra le aspettative minime e quelle migliori) con pochi invenduti (2 su 50 lotti, in particolare una “Donna con cappello” di Picasso da 6-8 milioni) da parte della Maison di Patrick Drahi. Fra i co-protagonisti, Alexander Calder, che con 14 milioni di incasso per “Blue moon” si prende il lusso di battere “Untitled ” di Mark Rothko (11 milioni).

Un po’ sopra la stima minima (con le commissioni) “Le Banquet” di Magritte (18 milioni) mentre la “testa di paesana” di Van Gogh non ha raggiunto neppure la metà della stima più bassa.

Le 20th Century Evening Sales di Christie’s hanno infine chiuso la marquee week di Maggio 2024 a New York, con un incasso di 413 milioni di dollari (527 milioni il totale di tutte le aste), a metà fra le stime di pre-vendita, che tra 342 e 497 milioni di dollari (nonostante l’innegabile “resilienza” del Mercato, come sembrano lontani i tempi di pochi anni fa con incassi più che doppi!).

La vendita, tutto sommato soddisfacente (attorno al 96% di venduto sia in volume che in valore), con pochi invenduti e ritiri e quasi il 40% circa dei di 64 lotti garantiti da terze parti è stata guidata da un dipinto di David Hockney, già della Collezione del produttore televisivo Norman Lear, venduto per quasi 29 milioni, battuto da un Vincent van Gogh, venduto per 33 milioni di dollari. Bene anche Georgia O’Keefe, con 14 milioni.

Paolo Turati

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